venerdì 17 maggio 2013

Politica, Porcellum: i dubbi della Cassazione


di Federico Cirigliano

POLITICA, PORCELLUM DUBBI CASSAZIONE - Fra i temi nodali del programma di Governo, senza ombra di dubbio, vi è la revisione della legge elettorale. Proprio in riferimento alla cosiddetta “porcata”, definita così dal firmatario Calderoli, s’è espressa la Corte di Cassazione: giudicate rilevanti le questioni di legittimità sollevate nel ricorso, rinviato alla Consulta, presentato dall’avvocato Aldo Bozzi.
Il nucleo della bocciatura si riduce sostanzialmente ai premi di maggioranza previsti per le due Camere, concentrandosi sul principio stesso di una scelta all’epoca adottata per far fronte alla necessità di garantire governabilità al Paese. Da una parte, con la soglia di sbarramento, favorisce la tendenza delle liste all’apparentamento; dall’altra, tramite l’attribuzione dei seggi extra (in Senato su base regionale) alla coalizione che risulta più votata, aumenta il rischio di paralisi parlamentare nel caso di distacco dei partiti che la compongono.
Oltretutto, il fronte che a scrutinio terminato ottiene il bonus ha la possibilità di eleggere organi di garanzia la durata dei quali va ben oltre il tempo della legislatura. Ombre anche sulle famose liste bloccate e sull’impossibilità, per chi esercita il diritto di voto, di esprimere preferenze fra i candidati.
Insomma, ci troviamo ora alle prese con una legge elettorale su cui aleggiano addirittura dubbi di costituzionalità espressi dalla Suprema Corte. Il Ministro Quagliariello, a parole, esprime l’urgenza di un intervento condiviso e ragionato. Quel che è certo è che in qualche modo bisogna muoversi, a maggior ragione oggi che disponiamo di un esecutivo in grado di accorpare forze politiche da sempre antitetiche; la revisione radicale della norma datata 2005 veniva ritenuta impegno prioritario già alla vigilia dell’apertura delle urne. Anzi, era stata paventata l’eventualità di una Costituente ad hoc per la modifica della disciplina in vista di un immediato ritorno al voto.
Resta in pista, al momento, l’ipotesi di un recupero del Mattarellum con interventi correttivi. Un fallimento, dopo il flop della große koalition montiana, non sarebbe accettabile.

mercoledì 15 maggio 2013

Politica, L’urgenza di politiche concrete per il lavoro


di Federico Cirigliano 


POLITICA, LETTA LAVORO - Sia il Presidente Letta che gli alleati di Governo, al netto delle boutade sulle promesse elettorali da soddisfare, concordano nel considerare il lavoro priorità assoluta in questa fase iniziale della legislatura. E d’altronde non potrebbe essere altrimenti, con un tasso di disoccupazione fra i più alti d’Europa, a livelli record per quanto concerne quella giovanile.
Le aziende non riescono a sostenere il peso della crisi e trovare un impiego, di regola a tempo determinato, diventa un’impresa. La catena di suicidi da parte di piccoli imprenditori, commercianti e artigiani schiacciati dai debiti è solo la punta di un iceberg alla cui base alligna la pianta velenosa della corruzione dilagante e della speculazione finanziaria; non è una fatalità se l’Italia, una delle maggiori potenze economiche su scala mondiale, si trova oggi a dover fronteggiare una situazione paragonabile soltanto a quella di Stati storicamente meno solidi quali Spagna, Portogallo e Grecia.
Si può forse azzardare un paragone, con le dovute proporzioni e rimarcando le differenze che esistono, con la macchina statale irlandese. Quando banche e istituti di credito scavalcano gli scambi reali, vengono messi in discussione i principi sani del libero mercato.
In aggiunta, un sistema d’illegalità diffusa che da noi trova terreno fertile nell’attività capillare della criminalità organizzata e nei rapporti che intercorrono fra la stessa e un gran numero di enti locali e amministrazioni pubbliche. Un circolo vizioso da decine di miliardi l’anno che, sul lungo periodo, ha giocoforza finito col disgregare un apparato già di per sé estremamente fragile a causa della cronica mancanza di competitività nel binomio produzione-distribuzione.
Compito del nuovo esecutivo, partendo dai provvedimenti all’apparenza condivisi dalle forze che lo compongono, sarà innanzitutto allentare la morsa fiscale e ridurre il costo del lavoro; la possibilità di favorire assunzioni nell’ambito di un piano di contributi alle imprese virtuose viene di conseguenza. Alcuni, non a torto, hanno lanciato la proposta del prepensionamento allargato come ulteriore incentivo alla crescita occupazionale. Le idee interessanti e praticabili non mancano.
Sarebbe cosa buona e giusta, dato che dal post-voto s’è parlato spesso dell’ineluttabilità della condivisione di oneri governativi, mettere da un lato gli interessi parziali (vedi riforma della Giustizia e abolizione dell’IMU) e concentrarsi per davvero sui bisogni impellenti del Paese.

Politica, governo Letta: voci dall'abbazia

di Federico Cirigliano

POLITICA, GOVERNO LETTA VOCI ABBAZIA - E’ terminato il ritiro di Letta con i suoi Ministri nell’abbazia di Spineto, chiesto espressamente dal Presidente del Consiglio “per fare spogliatoio”. Proseguendo nella metafora sportiva, si può dire che la squadra è apparsa ben poco unita.
Il viaggio, intanto, non ha conosciuto una partenza simpatica, con l’alterco fra Premier e vice Premier a proposito della manifestazione di Brescia. Il primo, non foss’altro per rintuzzare una stabilità di coerenza storica già minata alle fondamenta dalle reazioni stizzite della base al patto di non belligeranza con Berlusconi, ha ribadito la necessità assoluta di evitare situazioni simili in futuro. Alfano, da bravo luogotenente, alza le barriere per una difesa strenua del capo. Contraddizione interna conclamata.
Allo stesso modo, ricette diverse in materia economica, ma nello specifico più conciliabili. Pronto, infatti, il varo dei decreti relativi al rinvio dell’IMU (si dovrà decidere poi riguardo ad annullamento definitivo e restituzione, come preteso dalla componente pidiellina) e al reperimento dei fondi per la cassa integrazione in deroga.
Sul tavolo, comunque, una serie di questioni. In primis, i costi della politica e della Pubblica Amministrazione: abolizione delle Province, dei rimborsi elettorali, e riduzione del numero dei parlamentari. Qui lo stallo, il cui superamento rischia di slittare ad una fase tarda nella vita dell’esecutivo, derivante soprattutto dalla posizione differente nei confronti del finanziamento pubblico.
Nodo da sciogliere anche in riferimento alla legge con la quale l’Italia dovrà tornare al voto, che sia a fine legislatura o, come facilmente prevedibile, in anticipo. Il PdL condiziona l’appoggio alla priorità da attribuire ai temi fondamentali del proprio programma. E’ solo l’inizio.

martedì 14 maggio 2013

Politica, Grillo rilancia: "Ci prenderemo tutto il paese alle prossime elezioni"

POLITICO, GRILLO CI PRENDEREMO TUTTO IL PAESE - Grillo rilancia con un affondo alla 'vecchia' politica. Dopo le polemiche sulla diaria e il duello a distanza con Enrico Letta, ecco nuovamente il grido d'accusa lanciato dal suo blog: "Siamo al 30%, ci prenderemo tutto il Paese alle prossime elezioni. Ce lo prenderemo in macerie, saremo la Protezione Civile. Non voglio più vedere quelle facce, questi dilettanti che stanno nei palazzi dei 20 anni. Siamo pronti con tutte le nostre proposte, con il reddito di cittadinanza, con l'abolizione dell'IRAP. Abbiamo restituito 42 milioni di euro di rimborsi elettorali e si fissano con la diaria. Perché non vanno a vedere quanti soldi si tengono quelli del pdl e del pdmenoelle?".
Riapre la campagna elettorale...

lunedì 13 maggio 2013

Politica, Sabato 11 maggio: quattro popoli a tre piazze



di Federico Cirigliano

POLITICA, SABATO 11 MAGGIO MANIFESTAZIONI QUATTRO POPOLI TRE PIAZZE - Un sabato italiano. Non qualunque. A Brescia, il Popolo della Libertà; meglio, il popolo di Berlusconi. I “meno male che Silvio c’è” e gli striscioni da stadio si sprecano. Lui, osannato dalla folla, lancia la classica invettiva contro i nemici di sempre, ormai ridotti alle sole toghe rosse. Non per bontà scoperta ma per esclusione: i comunisti sono compagni di Governo. Occhio chiuso sulle proteste poco distanti.
A Piazza Indipendenza, Roma, il popolo della destra: meglio del Centrodestra Nazionale targato La Russa. Manifestazione della destra sociale, a favore dell’alleggerimento della pressione fiscale (sulla stessa lunghezza d’onda degli alleati del PdL) e patriotticamente concentrata sulla questione relativa al rientro dall’India dei marò.
Sempre nella Capitale, in Piazza Santi Apostoli, il popolo della sinistra; meglio, il popolo di Sinistra, Ecologia e Libertà. Vendola affabula con le sue indiscusse doti oratorie, però c’è un però: quella gente rappresenta solo uno spicchio del caleidoscopico mondo del riformismo italiano. Sciolto il patto elettorale, anche il Governatore pugliese dovrà decidere in fretta la linea da seguire. Qual è la cosa giusta?
Infine un quarto popolo, in linea teorica attiguo al precedente. Che rimane fuori, ancora una volta. Alla Fiera di Roma si elegge... meglio, si nomina il Segretario reggente del PD. Colui il quale dovrà condurre il partito fuori dalle secche post-elettorali e accompagnarlo fino al Congresso di ottobre. Guglielmo Epifani, il traghettatore.
Scelta che ha già fatto storcere il naso a buona parte della base, specie fra gli iscritti. L’ex leader CGIL, almeno stando al risultato della votazione e successive dichiarazioni, piace ai pezzi grossi. Deve piacere. All’Assemblea Nazionale è parsa più di facciata che reale espressione d’apertura la partecipazione dei giovani militanti di OccupyPD, introdotti di forza a una platea fossilizzata sulle solite facce. Dal palco di Piazza Navona, era il 2002, Nanni Moretti invocava un profondo ricambio generazionale fra i massimi dirigenti di Ulivo e DS. Undici anni dopo, se possibile, il grido di dolore risuona doppiamente acuto.

domenica 12 maggio 2013

Politica, Grillo sfida Letta sui rimborsi elettorali

POLITICA, GRILLO LETTA RIMBORSI ELETTORALI - Dopo le schermaglie degli ultimi giorni, con Letta che faceva pesare a Grillo la disputa tra i parlamentari 5 stelle sulla restituzione della diaria, il comico genovese torna all'attacco.
Il Blog di Beppe Grillo invita il premier a firmare un decreto per l'abolizione immediata dei rimborsi elettorali, con l'appello che scatena il web: #Lettafirmalo.



sabato 11 maggio 2013

Politica, Movimento: dalle Stelle alle Stalle

di Federico Cirigliano

POLITICA, MOVIMENTO DALLE STELLE ALLE STALLE - La parabola del Movimento Cinque Stelle conosce evoluzioni a dir poco fulminee.
A fine febbraio, archiviata la bagarre elettorale, primo partito d’Italia (al netto della Circoscrizione Estero) grazie ad un exploit tutto sommato prevedibile. Lo Tsunami Tour, grande successo di piazza, ha comportato almeno un paio di effetti immediati: il ritrovato entusiasmo di un’ampia massa di cittadini sfiduciati, e il drenaggio di consensi dal Partito Democratico. Gli interventi del comico genovese, per lunghi minuti, si concentravano sulla demonizzazione, col senno di poi addirittura profetica, dei quadri dirigenziali di Via Sant’Andrea delle Fratte. Di qui quel 6-7% che ha differenziato il risultato reale dalla media dei sondaggi, alla vigilia concordi nell’attribuire alla coalizione di centrosinistra un vantaggio relativamente solido.
Dalle stelle alle stalle, però, in politica è un passo ancora più breve del normale. Specie quando sulla cresta dell’onda, forte di circa 1/3 delle preferenze degli aventi diritto che hanno partecipato alla consultazione, torna tale Silvio Berlusconi. Capace di perdere sei milioni di voti e risultare comunque l’unico trionfatore. Capace lui, ma bravissimi i contendenti a spianargli la strada nel pieno rispetto della tradizione.
Forte di una performance eccezionale, la creatura di Casaleggio e Grillo s’è accostata ai palazzi del potere con approccio spavaldo e scarsissima lungimiranza. Al principio, respingendo con sdegno la proposta di Bersani per l’avvio di una legislatura di cambiamento che sottintendesse l’appoggio esterno; in seguito, giocando fuori tempo massimo la carta Rodotà per il Colle. Con l’accordo per il Governissimo già strascontato nelle giornate che hanno preceduto la riconferma di Napolitano al Quirinale, forse immaginando una comoda opposizione al compromesso... pardon, all’inciucio storico, il MoVimento ha ripiegato.
Da potenziale ago della bilancia, in una manciata di settimane, quelli che avrebbero dovuto volare alto sono finiti a prendere ragnatele negli angoli dei solai di Palazzo Madama e Montecitorio. Gli emolumenti, d’altronde, bastano e avanzano per tirare a campare. Diaria inclusa.