lunedì 13 maggio 2013

Politica, Sabato 11 maggio: quattro popoli a tre piazze



di Federico Cirigliano

POLITICA, SABATO 11 MAGGIO MANIFESTAZIONI QUATTRO POPOLI TRE PIAZZE - Un sabato italiano. Non qualunque. A Brescia, il Popolo della Libertà; meglio, il popolo di Berlusconi. I “meno male che Silvio c’è” e gli striscioni da stadio si sprecano. Lui, osannato dalla folla, lancia la classica invettiva contro i nemici di sempre, ormai ridotti alle sole toghe rosse. Non per bontà scoperta ma per esclusione: i comunisti sono compagni di Governo. Occhio chiuso sulle proteste poco distanti.
A Piazza Indipendenza, Roma, il popolo della destra: meglio del Centrodestra Nazionale targato La Russa. Manifestazione della destra sociale, a favore dell’alleggerimento della pressione fiscale (sulla stessa lunghezza d’onda degli alleati del PdL) e patriotticamente concentrata sulla questione relativa al rientro dall’India dei marò.
Sempre nella Capitale, in Piazza Santi Apostoli, il popolo della sinistra; meglio, il popolo di Sinistra, Ecologia e Libertà. Vendola affabula con le sue indiscusse doti oratorie, però c’è un però: quella gente rappresenta solo uno spicchio del caleidoscopico mondo del riformismo italiano. Sciolto il patto elettorale, anche il Governatore pugliese dovrà decidere in fretta la linea da seguire. Qual è la cosa giusta?
Infine un quarto popolo, in linea teorica attiguo al precedente. Che rimane fuori, ancora una volta. Alla Fiera di Roma si elegge... meglio, si nomina il Segretario reggente del PD. Colui il quale dovrà condurre il partito fuori dalle secche post-elettorali e accompagnarlo fino al Congresso di ottobre. Guglielmo Epifani, il traghettatore.
Scelta che ha già fatto storcere il naso a buona parte della base, specie fra gli iscritti. L’ex leader CGIL, almeno stando al risultato della votazione e successive dichiarazioni, piace ai pezzi grossi. Deve piacere. All’Assemblea Nazionale è parsa più di facciata che reale espressione d’apertura la partecipazione dei giovani militanti di OccupyPD, introdotti di forza a una platea fossilizzata sulle solite facce. Dal palco di Piazza Navona, era il 2002, Nanni Moretti invocava un profondo ricambio generazionale fra i massimi dirigenti di Ulivo e DS. Undici anni dopo, se possibile, il grido di dolore risuona doppiamente acuto.

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