POLITICA, ELEZIONE CAPO DELLOSTATO, IL PARLAMENTO PIU' PAZZO DEL MONDO - Franco Marini non cela fa, L’accordo PD/PDL è saltato, è tutto da rifare. Con soli 521 voti il candidato di PD-PDL-MONTI perde ben 224 preferenze su quante sulla carta avrebbe potuto e dovuto contare. Dall’altra parte Rodotà, candidato 5STELLE-SEL, prende 240 voti su 208 sicuri che aveva prima degli scrutini. Terzo classificato Chiamparino con 41 schede dai 51 deputati Renziani. Cos’è successo?
Bersani ha fallito come segretario e il PD come partito. Questo è l’unico risultato certo di questa giornata. Un grande partito dimaggioranza relativa che porta più di 400 parlamentari a Roma e dimostra di non saperne controllare più della metà nel più delicato dei compiti parlamentari è un partito scoppiato, divorato dalle faide interne, esploso in mille pezzi difficilmente ricomponibili. Per non parlare poi dei danni che queste divisioni potranno portare al momento (si, prima o poi arriverà anche quello) della formazione di un nuovo governo. Domani mattina parlamentari e delegati regionali si riuniranno per decidere il da farsi: probabilmente punteranno su un terzo nome, Prodi o Dalemasembrerebbero i favoriti, ma anche l’ex sindaco di Torino Sergio Chiamparino è diventato un papabile dopo che nel 2° scrutinio di oggi è risalito a 90 preferenze.
Il PDL cerca ancora un accordo su Marini soprattutto in vista dell’agognato 4° scrutinio, per il quale basteranno 504 sì (la maggioranza assoluta, non più i due terzi) all’elezione del capo dello stato. Dall’altro lato, i grillini persistono col “loro” Rodotà, invocato anche dagli intellettuali e dai militanti PD, che oggi ci hanno deliziato con pezzi eccelsi di tragicommedia politica all’italiana. E su Rodotà si potrebbe facilmente convergere, se solo i grillini accettassero almeno di uscire dall’aula nelle votazioni di fiducia in cambio di qualche legge anticorruzione o, perché no, di qualche poltroncina. Ma questo scenario mi trova molto scettico, soprattutto per la sostanziale inaffidabilità dei parlamentari 5 stelle e la loro ovvia difficoltà a far digerire alla potentissima base un accordo con gli “zombie”.
Sembra proprio che non se ne possa venire a capo. La speranza è che nell’assemblea di domani il PD trovi un terzo nome gradito alla base sinistra e insieme accettato dai parlamentari PDL, così da porre le basi per un accordo di governo. Ma dove?
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