Il Sindaco di Napoli De
Magistris, che aveva bollato come fallimentare l’esperienza di Rivoluzione
Civile subito dopo il voto, deve ancora capire cosa fare del “suo” Movimento Arancione;
stesso discorso per il primo cittadino di Palermo Leoluca Orlando, impegnato
nella riproposizione della Rete. Di Pietro sarà costretto a
raccogliere i cocci di quel che resta dell’Italia dei Valori, mentre per i
comunisti di Governo targati Ferrero-Diliberto si prospetta un patto con
Vendola, alla testa dell’unica forza d’opposizione parlamentare a sinistra, e con
gli eventuali dissidenti democratici.
Un mosaico di difficile
composizione, per una lista che puntava a scavalcare lo sbarramento alla Camera
ed è invece uscita dalle urne con le ossa rotte, sgretolandosi poi sotto il
peso delle incongruenze interne. Nessuno ci ha mai creduto per davvero, fin dal
principio.
Un percorso pressoché identico,
lo ricorderete, era stato battuto da Bertinotti & Co. all’epoca della celebre
Sinistra Arcobaleno. Bertinotti che, vuoi per una mera questione anagrafica,
vuoi per pudore, se non altro ha avuto il buon gusto di sparire. Un ricambio
sarebbe utile anche al di fuori del Partito Democratico.
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