mercoledì 17 aprile 2013

Politica, il toto Quirinale

di Vincenzo Abbondanza

POLITICA, GIRANDOLA ELEZIONI CAPO DELLO STATO - La scelta del Presidente della Repubblica Italiana è una questione di ammiccamenti, sorrisi, smorfie e umori politici. Il Capo dello Stato è un organo costituzionale che rappresenta l’unità nazionale e per questo deve essere il più possibile condiviso. Ma quali sono le caratteristiche che rendono un ipotetico candidato condivisibile? E chi effettivamente oggi in Italia potrebbe essere votato dalla maggioranza qualificata o assoluta del Parlamento riunito in seduta comune? 


L’inquilino ideale al Quirinale deve godere di un certo prestigio internazionale, porsi come figura di garanzia e soprattutto essere capace di unire le forze politiche in un Parlamento alla paralisi.  
Partendo dal fatto che il candidato sarà un uomo proposto dal Pd e gradito al Pdl (rottura quasi certa tra il Pd e il Movimento Cinque Stelle, con l'annullamento della riunione tra i capigruppo) il probabile nome è ormai rinvenibile in una shortlist  di tre soli papabili: Massimo D'Alema, Giuliano Amato e Romano Prodi
Il Professore(Romano Prodi) non manca certo di valore internazionale, già presidente della Commissione Europea dal 1999 al 2004 e presiedente del Gruppo di lavoro ONU-Unione Africana sulle missioni di peacekeeping in Africa. 
Tuttavia quello che manca all’uomo che ci proiettò nell’Euro è la capacità di unire. Poco gradito allo stesso Berlusconi, forse per averlo battuto per ben due volte nelle elezioni politiche del 1996 e 2006 e poco incline per sua stessa natura al compromesso (li accetta ma non li condivide). Nessuno ci scommetterebbe un euro.
Il Dottor Sottile(Giuliano Amato) è nel vortice di alcune polemiche inerenti la sua pensioncina d’oro: alla fine di ogni mese, incassa la bella cifra di 31.411 euro. L'anno scorso a Otto e Mezzo, la trasmissione di Lilli Gruber su La7, alla  domanda: "E' disposto a ridursi la pensione d’oro?“, rispose con un chiarissimo: "Non capisco la domanda”. L’avranno capita i milioni di pensionati italiani che fecero i conti nel 1992 con una riforma delle pensioni fortemente voluta dal premier Amato. Riforma che si premurò di tagliare le pensioni delle nonnette di provincia . Nonostante questo il Cavaliere sa bene che Amato si spenderebbe da subito per favorire la nascita di un governo di larghe intese. Qualcuno ci scommetterebbe un euro.
Resta a questo punto il leader Massimo (Massimo D’Alema), tutti si sentono garantiti, in particolare sui temi della Giustizia, dal protagonista della politica di Centrosinistra degli ultimi vent’anni. Ampie sono le possibilità con D’Alema di giungere ad un governo di coalizione, noti sono in suoi compromessi (inciuci) con Berlusconi. È una personalità di livello internazionale, Ministro degli Affari Esteri durante il II governo Prodi e vicino a ricoprire la carica di Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza comune nel 2009. È il padre politico di Bersani e sarebbe gradito anche a Matteo Renzi. Certo non è un nome nuovo, ma siamo in Italia e io ci scommetto un euro! 

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