mercoledì 24 aprile 2013

Politica, Enrico Letta premier delle larghe intese

di Gabriele Legramandi

POLITICA, NUOVO GOVERNO, LETTA PREMIER DELLE LARGHE INTESE - L’annuncio è di questa mattina: il presidente della repubblica Giorgio Napolitano ha affidato l’incarico di formare un nuovo governo ad Enrico Letta, con l’obiettivo di creare una larga convergenza tra gli schieramenti che gli assicuri la fiducia stabile e duratura delle due camere. 47 anni, Ex-popolare poi margherita, ministro più giovane della
storia della repubblica, Letta il giovane la spunta su Giuliano Amato e Matteo Renzi, il primo bloccato dai veti della Lega, il secondo forse da Berlusconi, o forse addirittura dal PD stesso.
Senza fare troppa dietrologia, probabilmente la candidatura di Renzi a premier infastidiva entrambi gli schieramenti: da una parte il PDL ha temuto che un possibile ticket Berlusconi-Renzi sarebbe costato in termini di consenso alle prossime elezioni, alle quali entrambi con ogni probabilità parteciperanno da protagonisti-antagonisti; dall’altro lato nel PD il sostegno a Renzi avrebbe potuto innescare definitivamente la miccia alla tanto temuta scissione del partito, quindi meglio rimandare e giocare prima la partita della successione alla segreteria.
Tornando al neo-premier, il compito che gli si prospetta è assai difficile: trovare un’intesa tra un PD ancora frastornato e un PDL esultante e già sulle barricate, determinato a non cedere un millimetro sull’abolizione dell’IMU e su altri temi fiscali.
In quest’opera sicuramente potrà contare sull’aiuto del suo predecessore Mario Monti, che già si è reso disponibile ad entrare nella squadra di governo. Del resto col senatore a vita Letta ha in comune l’appartenenza ad alcuni club economico-politici internazionali, come il Bildeberg o la Commissione trilaterale, che gettano uno spettro inquietante sulla candida e fresca figura del nuovo premier e sul suo futuro governo.
Ora tocca ai partiti dimostrare di aver meditato sui pasticci dei giorni scorsi, e dare prova di avere cura più degli interessi del paese che di quelli del proprio partito. Sarà necessario “turarsi il naso” e collaborare con i nemici di sempre per risollevare al più presto l’Italia dal baratro in cui è caduta, prima che si raggiunga definitivamente il punto di non ritorno.

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