POLITICA, GOVERNO GIOVANI SPECCHIETTO ALLODOLE - Prima la nomina dei
sottosegretari e dei viceministri: quaranta in tutto, come i ladroni. Quindici
in più rispetto al Governo Monti, comprese almeno un paio di presenze discusse
e discutibili. Vedi Gianfranco Miccichè, referente storico della destra
berlusconiana in Sicilia sponsorizzato da Marcello Dell’Utri, alla Funzione
Pubblica. Vedi Michaela Biancofiore, la cui delega è stata trasferita dalle
Pari Opportunità alla Pubblica Amministrazione, nell’occhio del ciclone per via
delle sue dichiarazioni omofobe e protagonista di un acceso scambio di battute
con la comunità gay e le associazioni di attivisti.
Quindi la vergogna (non si può
definire diversamente) delle Commissioni, con la riproposizione spudorata di
tutti quei nomi accantonati per manifesta impresentabilità al momento della
formazione dell’esecutivo. Incarico al marito del Ministro De Girolamo, il
deputato Francesco Boccia, quasi a suggellare il contemporaneo matrimonio
politico PD-PdL. Cicchitto, Matteoli, Capezzone, Sacconi, Formigoni e La Russa;
manca giusto Gasparri. La ciliegina sulla torta è l’ex IdV Razzi, segretario
della Commissione Esteri del Senato.
Infine la farsa Nitto Palma, fra
i protagonisti dell’”assedio” alla quarta sezione penale del Tribunale di
Milano, eletto Presidente della Commissione Giustizia di Palazzo Madama con
l’astensione del Partito Democratico. Un modo triste per lavarsene la mani in
barba allo sgomento, ormai misto a rassegnazione, della base, nonché l’ennesimo
suicidio politico in piena regola. Chissà se programmato... certo, la
sensazione è che la squadra di Letta, rinnovata nelle facce (o forse solo nelle
intenzioni) per espressa volontà di Napolitano, assomigli tanto a un grande
tappeto sotto il quale gettare la solita polvere.
Nessun commento:
Posta un commento